La sede: Palazzina Capocci e il sito archeologico

La palazzina Capocci è stata restaurata nel 2007 ed è diventata la sede della Direzione Generale Spettacolo e della Direzione Generale Cinema. ed Audiovisivo. Accanto si trova anche la sede del Museo degli Strumenti musicali. La sede si trova in un importante sito archeologico, ricco di resti riferibili ad un unico complesso, una villa imperiale di…

Data:
15 Giugno 2011

La sede: Palazzina Capocci e il sito archeologico

La palazzina Capocci

La palazzina Capocci è stata restaurata nel 2007 ed è diventata la sede della Direzione Generale Spettacolo e della Direzione Generale Cinema. ed Audiovisivo. Accanto si trova anche la sede del Museo degli Strumenti musicali.

La sede si trova in un importante sito archeologico, ricco di resti riferibili ad un unico complesso, una villa imperiale di età Severiana (III secolo d.C.). Si tratta del Palazzo del Sessorio (nome forse derivato dalla parola “sedeo”, soggiorno).
Nel IV secolo la villa fu utilizzata come residenza da Elena, madre di Costantino, che vi fece effettuare numerosi restauri e ricostruire le Terme, di età Severiana, da lei chiamate Eleniane (ne rimane attualmente la grande cisterna di Via Eleniana, costituita da dodici ambienti comunicanti tra loro tramite aperture ad arco).
Secondo la tradizione, Elena avrebbe trasportato da Gerusalemme le reliquie della Croce di Cristo e fatto costruire la Chiesa di S. Croce in Gerusalemme, sfruttando una grande sala del Palazzo Sessoriano.

Al Palazzo Sessoriano apparteneva anche l’Anfiteatro Castrense, il secondo anfiteatro di Roma dopo il Colosseo.
In origine presentava una facciata con tre ordini di arcate scandite da lesene e semicolonne con capitelli corinzi; all’interno un unico ordine di gradinate permetteva una capienza di poche migliaia di spettatori. Le dimensioni più piccole rispetto al Colosseo si devono al carattere privato dell’edificio, in cui si svolgevano spettacoli riservati all’Imperatore e alla sua corte. Con la costruzione delle Mura Aureliane (271-275 d.C.), alcuni edifici furono inglobati nella nuova cinta muraria, come l’Anfiteatro Castrense, le cui aperture completamente tamponate sono ancora visibili in viale Castrense; altri edifici, come il Circo Variano, vennero invece tagliati dalla nuova opera difensiva.
Tra le sezioni riportate alla luce è visitabile la parte recentemente scavata di una casa di età imperiale, attribuita ad Aufidia Cornelia Valentilla, con resti di affreschi parietali di colori vivaci.

Ultimo aggiornamento

11 Ottobre 2023, 12:17